Ricordo gli striscioni colorati appesi sui davanzali, didascalici arcobaleni disegnati sui quaderni dei bambini, sulle magliette, dappertutto, con l’impavido imperativo “Andrà tutto bene!”. Canti e note musicali elevati al cielo dai balconi, quasi fossero barricate costruite per fronteggiare l’avanzata dell’invasore, che diffondevano coraggio e determinazione.
Quel messaggio univoco di una nazione che al solo pronunciarlo sembrava opporsi ad ogni intenzione maligna: “Ce la faremo!”. Tutti, insomma, schierati sul campo di battaglia, pronti per affrontare il “nemico” di cui ancora non si percepiva l’esatta consistenza numerica né si conosceva la sua potenza distruttiva di fuoco, ma con l’adombrata certezza che avremmo vinto la battaglia, armati sino ai denti di speranza.
La situazione attuale, ahimè, ancor più fortemente caratterizzata dalla pandemia da Covid-19, sembra aver affievolito se non addirittura annientato l’esercizio di quella virtù che non delude mai. Sbiaditi I colori della vita, nascosti gli striscioni del riscatto, muti i balconi partigiani. Un unico ordine: “Ripiegate!”.
Il timore, l’insicurezza e le paure avanzano come uno spettro che incombe sulla nostra psicologia collettiva, alimentando un torvo sguardo di pessimismo. Ma d’improvviso, quasi a scuoterci dall’accidioso torpore, ecco un sussulto, un respiro, una luce: “AVVENTO”. No, non invita a nasconderci: mai avulsi dal presente, né tantomeno disillusi, ma ci incoraggia a diventare protagonisti del cambiamento e non succubi degli eventi. Ci sprona a vivere il tempo presente in forza di questa speranza: “La salvezza ci viene incontro, ma spetta a noi aiutarla a prendere forma e visibilità, ad accompagnarla con i nostri sogni e le nostre attese” (Luigi Pozzoli).
Sì, riprendiamoci la Speranza, quella virtù che ci parla “di una sete, di un’aspirazione, di un anelito di pienezza, di vita realizzata, di un misurarsi con ciò che è di grande, con ciò che riempie il cuore ed eleva lo spirito verso cose grandi, come la verità, la bontà e la bellezza, la giustizia e l’amore” (Papa Francesco – Fratelli tutti, 54).
E allora, “Camminiamo nella speranza”, guidati anche dal Sussidio liturgico-pastorale per i tempi dell’Avvento e Natale 2020, della Conferenza Episcopale Italiana, per aprirci ai “grandi ideali che rendono la vita più bella e dignitosa.